Comunicato n°212 del 15 settembre 2015

Il cambiamento che ha investito e tutt’ora investe la nostra Rai non risparmia, ovviamente, le società che per essa lavorano.
Tutti devono misurarsi con un mondo del lavoro le cui regole sono state travolte e stravolte, ma che cerca disperatamente di sopravvivere con una parvenza di giustizia ed equità.
In questo contesto vogliamo porre l’attenzione sul futuro che avranno i lavoratori della ditta di facchinaggio, che per la nostra Azienda hanno prestato un servizio continuo ormai ultra decennale. Quello che ci ha turbato in modo particolare è che la gara d’appalto è stata vinta per soli 0,50 centesimi di differenza da una nuova ditta e la probabile attuazione di una serie di contratti di apprendistato professionale non consentirà il riassorbimento delle vecchie maestranze, segnando negativamente il futuro dei lavoratori coinvolti.

Fermo restando che le nuove regole del mercato favoriscono questo tipo di cambiamenti, noi siamo pur tenuti a effettuare delle analisi e valutazioni della situazione. Quello che accadrà è che ci troveremo, con personale non formato tra i 18 e i 29 anni, ad affrontare le sfide ancora più difficili che il palinsesto ci riserverà quest’anno, con l’obbligo di fare più che bene, vista l’attenzione, mediatica e non, posta sulla nostra Rai. Tutto ciò alimentando un sistema che, seppur legalmente valido, risulta essere moralmente iniquo.

Quello del facchinaggio potrebbe sembrare un lavoro alla portata di tutti e potrebbe indurre, in prima istanza, a ritenere qualsiasi persona alla stregua delle altre in questa attività, ma, ad una più attenta analisi, risulta chiaro che personale esperto e già formato conosce il modus operandi negli studi, in esterno, nelle manifestazioni, ecc. il che si traduce in un netto risparmio di tempo nelle operazioni di base e nell’assistenza in generale.

In un mondo la cui velocità va continuamente aumentando questa mossa equivale ad aver zavorrato la Rai.

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Cordiali Saluti