Il peso della pausa mensa
Comunicato n° 258 del 26 maggio 2025
Il peso della pausa mensa
La stagione televisiva che sta per concludersi ha messo in evidenza una situazione che non è più sostenibile.
In produzione, i turni continuano a essere gestiti in modo arbitrario e irrispettoso: pause mensa fissate ad
inizio turno, oppure assegnate dopo le sei ore di lavoro ininterrotto, orari incompatibili con una vita
dignitosa.
Una prassi che non solo va contro ogni buon senso, ma viola anche gli accordi sottoscritti tra Azienda e RSU.
Ricordiamo che la pausa mensa, oltre ad essere un obbligo di legge, deve essere garantita entro sei ore
dall’inizio del turno per tutelare il recupero psicofisico delle lavoratrici e dei lavoratori.
Gli accordi del 2011 erano chiari: meno codici orari e più trasparenza con comunicazione e confronto con le
organizzazioni sindacali in caso di variazioni eccezionali.
Questi principi sono oggi sistematicamente disattesi.
Chi lavora in produzione non può più essere trattato come una variabile secondaria: serve rispetto e
responsabilità.
Non è accettabile che, anno dopo anno, si continui a sacrificare il benessere delle persone per scelte
organizzative sbagliate e unilaterali.
Ciò che è accaduto di recente ha superato ogni limite.
Essere apostrofati pubblicamente da una presentatrice come “poco professionali”, solo per aver fatto notare
che la pausa mensa era stata assegnata dopo le 21:00, a fronte di un orario di ingresso alle 13:30, è
inaccettabile.
Tutto questo per registrare due puntate a ogni costo, una trasmissione gestita dalla solita società esterna,
che, pur di risparmiare sul pasto dei figuranL a proprio carico, ha scelto di calpestare i diritti dei lavoratori
Rai.
La professionalità e la dedizione dei dipendenti Rai non si discutono.
Forse chi è abituato a lavorare fuori dalle nostre mura, a fare il bello e il cattivo tempo senza limiti né regole,
trova difficile acceOare che qui i diritti si rispettano.
E proprio chi ci accusa di scarsa professionalità, forse, dovrebbe interrogarsi sul proprio comportamento.
La prossima stagione deve segnare un cambiamento reale.
Pertanto, chiediamo:
1. Una revisione urgente dei turni che rendono impossibile la conciliazione tra lavoro e vita privata.
2. Il rispetto pieno degli accordi sottoscritti.
3. L’apertura di un tavolo di confronto per ridefinire turni più equi, sostenibili e rispettosi della persona.
Il benessere non è un privilegio, è un diritto. È ora di cambiare.
Il Consiglio Direttivo