comunicato n° 247 del 08 giugno 2022

Inefficienza e ingratitudine

La pandemia Covid19 ha lasciato profonde ferite in tutti noi e nella nostra società.
La speranza è che la parte più pericolosa sia passata ma per questo dovremmo aspettare l’autunno, periodo sempre di forti difficoltà per qualsiasi ondata di infezione da virus.

Nella nostra azienda i due anni e più di pandemia hanno lasciato segni indelebili e permanenti nell’organizzazione del lavoro, è successo in quasi tutte le aziende e la Rai non poteva che adeguarsi a questa ventata di novità organizzativa e tecnologica.

I dati dello smart working evidenziano che la metà del personale ne usufruisce con una media di nove giorni al mese, altri settori seguiranno ed altre figure professionali lo aspettano. Questo ci fa ragionare sul fatto che per metà del mese quasi tutto il personale impiegatizio non sia presente in sede lavorando da casa o da qualunque posto esso abbia scelto.

Lo stesso ragionamento ci avrebbe fatto desumere che metà o quasi metà delle stanze occupate dai colleghi in smart working si sarebbero “liberate”, in fondo lo hanno fatto tutte le aziende o quanto meno crediamo sia logico farlo, peccato che questo in Rai non è successo e non sembra che succederà nel prossimo periodo.

Le conseguenze di queste scelte aziendali sono molteplici, si va dai mancati risparmi sugli affitti alla risoluzione della carenza cronica di locali per quel personale di produzione che non può e non potrà aderire allo SW. Personale che dal 30 giugno, inoltre, non beneficerà più dello FPH e che quindi si ritroverà come nel periodo pre-pandemico ammassati l’uno con l’altro nella stessa saletta.

È chiaro che tutto questo resta per noi inammissibile, lo è per l’intelligenza dei lavoratori ma soprattutto per la salute degli stessi.

Chiediamo al Servizio di Prevenzione e Protezione di effettuare dei sopralluoghi presso i cespiti dove operano i colleghi delle Riprese Esterne, ed accertarsi che gli spazi a disposizione per i lavoratori siano sufficienti e adeguati. Se è pur vero che il personale scarseggia è anche vero che il tipo di attività in esterno, sempre più legato a produzioni non dipendenti dall’azienda, comporta, in alcune giornate, che gli affollamenti siano esagerati, a meno che l’azienda non abbia un sussulto di efficienza e razionalizzi le stanze semivuote causa smart working.

Infine, sottolineiamo che non aver accettato la proposta sindacale di far effettuare i corsi di formazione da casa ci è sembrato da parte aziendale un segno di ingratitudine per quei lavoratori che in piena pandemia, quando le città erano spettrali, hanno continuato a venire in presenza in spazi di regia e pullman molto stretti, ma sull’ingratitudine della Rai ci si potrebbe scrivere un libro, non ne abbiamo lo spazio, né il tempo, né la voglia.

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